Vi è stato un momento in cui il settore industriale di progettazione, produzione e vendita delle auto, era considerato statico. I giovani laureati, non solo in Italia
ma nel mondo, non lo consideravano più un settore merceologico attraente, e si indirizzavano alle banche d’affari e all’It. L’industria dell’auto continuava così a rivolgersi ai migliori talenti che le università sfornavano, ma doveva accontentarsi ad assumere i laureati non apicali sia nelle discipline tecniche sia in quelle finanziarie e del marketing.

 

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