Il prezzo delle automobili è aumentato negli anni dopo il Covid ben più del tasso d’inflazione, e inoltre le regole imposte dalla UE rendono le auto più pesanti, più grandi, più complicate e più costose da produrre. Le regole sono imposte a tutti i segmenti di mercato, compresi quelli delle auto più piccole. Le automobili grandi si rivolgono agli alti spendenti che fronteggiano i rincari più agevolmente e in qualche modo il mercato tiene. L’offerta di automobili piccole è diminuita sensibilmente, negli ultimi anni, sono care e se ne vendono poche. Quello che è in grande crescita è il mercato dell’usato.
Il cliente medio trova rifugio nell’usato a prezzi accessibili e con qualità di prodotti. Qualcosa si muove nella direzione giusta. I numeri uno del gruppo Renault e di Stellantis mandano chiari messaggi alla Commissione Europea. Basta con tutte queste regole per le auto piccole, così non si realizzano profitti e l’offerta non incontra la domanda. Si chiede una sorta di vettura piccola europea, sul modello giapponese, per adeguare e ridurre le regole a questa tipologia di mercato, così da produrre a prezzi accessibili per la mobilità principalmente urbana. L’ostacolo che si vede a una richiesta così logica, proveniente principalmente dalla Francia e dall’Italia, è che l’approccio pragmatico dei governanti e dei costruttori giapponesi cozza con l’approccio velleitario e ideologico della UE a trazione tedesca.
Questo è il maggiore ostacolo, perché da un punto di vista concreto la richiesta di Elkann e de Meo, che lascerà la guida di Renault dal 15 luglio, è di una logicità totale. Se la UE continua a imporre le stesse regole per le vetture premium e le vetture piccole, ci troveremo ad avere un parco vetture sempre più vecchio, perché il ragionier Rossi, a condizione che abbia ancora un lavoro stabile, ha una capacità di spesa inferiore al 2019. Le ricerche che conduciamo ci dicono che oltre a comprare più vetture usate, si vogliono spendere più o meno 10.000 euro e si acquistano in maggioranza usati che hanno più di 8/10 anni. Un percorso che contrasta con lo sbandierato green deal che prevede una netta diminuzione nei prossimi anni delle emissioni di CO2. Realismo giapponese e franco-italiano o ideologia europea? Senza dubbio realismo, ma per il momento l’Europa è ferma alla ideologia.
Massimo Ghenzer