L’industria dell’auto in Italia ha radici profonde e competenze industriali che possono essere la base per un nuovo possibile ripristino di un ruolo nuovamente di rilievo nel quadro europeo e globale. Nel nostro Paese le competenze progettuali e produttive sono polarizzate. Vetture economiche da una parte e vetture top sportive e di lusso dall’altra. Ferrari è una azienda globale, punto di riferimento per il top della tecnologia sportiva e FIAT per decenni è stata la leader per la costruzione di vetture piccole ed economiche a costi contenuti.
Ora Ferrari è sempre lì in cima e veleggia al top con riconoscimenti economici e capitalizzazione di borsa record. Le sfide del settore auto hanno appannato il ruolo delle vetture piccole europee. La transizione verso le vetture elettrificate, l’aumento dei costi di produzione con le materie prime, scarse e care dopo il Covid, l’eccesso di regolamenti UE che penalizzano fortemente le vetture piccole, il calo del mercato, il calo della produzione e la concorrenza cinese, sono le sfide che bisogna affrontare e vincere, per riprendere un ruolo strategico nel mondo dell’auto.
Compito difficilissimo che si può affrontare non da soli, ma con un’operazione complessa e congiunta pubblico e privato. Processo non facile per noi italiani che tra le tantissime doti non abbiamo proprio quella di lavorare in squadra, soprattutto quando si tratta di mettere insieme pubblico e privato. Le vie per riprendere il cammino industriale richiedono un cambiamento progressivo e radicale che non può attendere oltre. La svolta verso vetture elettrificate, non soltanto elettriche, prosegue e prendendone atto alcuni principi industriali vanno rivisti. Investimenti in ricerca e sviluppo per batterie e innovazione tecnologica avanzata non può essere lasciata soltanto agli altri. Abbiamo scuole di ingegneria di eccellenza assoluta in questo Paese, che sfornano annualmente talenti che non attendono altro che essere utilizzati nel nostro Paese e non rivolgersi all’estero. Sappiamo bene che le esigenze di mobilità si stanno evolvendo e soprattutto nelle grandi città c’è ancora grande bisogno di mobilità privata sostenibile, ma anche di mobilità condivisa e servizi pubblici. Argomento che soltanto la collaborazione pubblico/ privato può provare a risolvere. Non abbiamo molto tempo ancora, dobbiamo preparare un programma nazionale di ripresa e finanziarlo.
Massimo Ghenzer