Il 5 marzo la Commissione Europea ha annunciato il Piano per il Settore Auto. Sostanzialmente non cambia nulla. Il tutto elettrico è confermato e le penali pure, con un sistema di calcolo basato sulla media dei tre anni. Si parla poi di misure da capire meglio dalla produzione delle batterie, alla riqualificazione della forza lavoro. Questo piano deve passare il vaglio del Parlamento e degli Stati membri per diventare operativo. Una linea di difesa molto fragile a fronte dei gravi problemi che stanno penalizzando il settore industriale. Sembra che questa classe politica non abbia afferrato che c’è una evoluzione e cambiamenti profondi nel quadro geopolitico dopo l’elezione di Donald Trump, anche nella transizione energetica , non soltanto nella valutazione della guerra in Ucraina e del mancato rispetto degli accordi di Minsk del 2014 e 2015 presi per porre fine al conflitto tra il governo ucraino e i separatisti filo-russi nelle regioni di Donetsk e Luhansk. Questo cambiamento di paradigma si riflette anche sul settore auto. La partita in corso è tra USA e Cina con la Russia che pende per la Cina e Trump che tenta di portarla verso l’Occidente.

Obiettivo saggio che l’Europa dovrebbe assecondare. L’Europa di contro continua a percorrere la strada sbagliata e invece di annullare il 2035 tutto elettrico e le relative penalità e riconoscere che il consumatore in tutta Europa compra prodotti ibridi ed endotermici, elettrico poco, emana provvedimenti in continuità con le decisioni già prese. I produttori peraltro hanno quasi annullato la produzione di vetture piccole. Se questo processo continua, oltre ad avere un mercato depresso e mai ritornato ai livelli pre-Covid, si andrà a cambiare il modello di mobilità privata. Questo è un tema che viene da lontano, con la criminalizzazione delle automobili già alla fine del secolo scorso. Ora con l’obiettivo della transizione ecologica si è riproposto in tutta la sua forza. Il consumatore e la logica economica vanno in senso opposto. Nel rispetto della graduale riduzione delle emissioni di CO2 i consumatori hanno scoperto le vetture ibride e il settore auto non può abbandonare le vetture piccole che sono più o meno la metà del mercato. Ora si corre ai ripari e si parla di produrre vetture elettriche piccole, ma sarà molto difficile competere con la Cina anche in questo segmento di mercato.

Massimo Ghenzer

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