Il mercato dell’auto soffre della dicotomia che c’è tra domanda e offerta. La maggioranza dei consumatori vuole vetture piccole di qualità con un prezzo accessibile ma sul mercato non le trova. Da tutte le ricerche che conduciamo da anni la metà del mercato vuole spendere meno di 20.000 euro nell’acquisto di una vettura. Non si fanno distinzioni tra vetture tradizionali, ibride o elettriche, il punto è sempre lo stesso: meno di 20.000 euro. La risposta dei costruttori è sorprendente: dopo il Covid sono quasi sparite le vetture piccole, non si progettano più e non si producono più. Guardando i listini, i consumatori vogliono spendere poco ma le case non offrono automobili economiche, si parte nei migliori dei casi da 20.000 euro in su. Le classi meno abbienti hanno ridotto notevolmente la capacità di acquisto nel tempo. I posti di lavoro sono drammaticamente diminuiti e i giovani guadagno la metà di quanto guadagnavano i loro genitori alla loro età.

Prima del Covid l’offerta di vetture piccole era diffusa, si poteva scegliere tra molti Brand con consapevolezza e convinzione. Si acquistava una vettura adatta per recarsi sul posto di lavoro ma anche per andare in vacanza, in sicurezza e confort. Le automobili piccole erano di qualità e convenienti e avevano raggiunto un livello eccellente da tutti punti di vista. Per altro i consumatori in tutte le ricerche ci dicono che scelgono in base al migliore rapporto qualità prezzo. Ora tutto è franato. I consumatori vogliono ancora vetture economiche ma i produttori non le offrono. Una equazione che non può continuare così, una instabilità che mette in ginocchio l’industria dell’auto in Europa e ribalta il rapporto domanda/offerta concentrandolo su offerta di automobili che la metà del mercato non si può permettere. I costruttori denunciano che la EU nel tempo ha emesso un numero continuo di regole per la costruzione delle automobili che le ha rese più care, più complicate, più grandi e più pesanti. Se queste regole per le vetture grandi possono essere gestite, per le vetture piccole non è possibile ed ecco allora che si cancella la produzione e si chiudono le fabbriche. Siamo su di un terreno minato e dobbiamo uscirne subito tornando alla realtà abbandonando l’ideologia dannosa.

Massimo Ghenzer

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