Sono trascorsi quattro mesi, un terzo del mercato auto annuale. Poche cose cambiano, le caratteristiche centrali del mercato, ovvero dell’offerta e della domanda registrano poche variazioni rispetto al trend piatto del dopo pandemia. Anche quest’anno se continua così si venderanno come negli ultimi anni, poco più di un milione e mezzo di autovetture. Poche, molto poche rispetto alle esigenze di rinnovamento di un parco vecchio e inquinante. Ne mancano almeno cinquecentomila, per tornare a essere un mercato normale. Ogni numero di vendita annuale al di sotto dei due milioni, è una notizia in sé negativa, per l’importanza strategica del mercato italiano in Europa, per la gestione economica di una rete di vendita che ha fatto progressi notevoli nella gestione dei clienti, e per il livello di emissioni globali di CO2.

In Italia vendono più o meno sempre gli stessi modelli e gli stessi Brand. I cinesi promuovono mediaticamente e nei saloni d’auto l’elettrico, ma le vendite le fanno con i modelli a benzina e con l’ibrido plug-in. Sono consapevoli che il cliente italiano non è stato rapito dal fascino dell’elettrico e pragmaticamente al 95% acquista prodotti che hanno un motore endotermico. I fautori del tutto elettrico, pochi in verità, auspicano un cambiamento di rotta nel breve, ma per realizzare questa aspirazione molta strada deve essere percorsa da un punto di vista infrastrutturale, di autonomia, di tempi di ricarica e di prezzi di acquisto. Da più parti si è evidenziato, da chi se ne intende che l’elettrico non è il tutto ma una parte del tutto e la neutralità tecnologica, ovvero la vendita di tutte le tecnologie disponibili è la risposta. Nel frattempo, i consumatori frenano e le Case per fare gli obiettivi mensili e annuali richiesti dai centri operativi europei, ricorrono alle auto immatricolazioni e ora in maniera massiccia alle immatricolazioni delle loro aziende di noleggio. Le immatricolazioni di automobili ai privati sono in diminuzione in questi quattro mesi mentre le immatricolazioni delle aziende di noleggio di proprietà delle case sono raddoppiate. Da questa crisi pluriennale, per uscirne ci vorrebbe una Commissione Europea in grado di ascoltare chi si intende di mercato e di processi industriali e tecnologici. Siamo arrivati al limite massimo di mancanza di realismo, competenza e conoscenza

Massimo Ghenzer

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