L’ introduzione del regolamento Euro 7 per le nuove immatricolazioni, inizialmente previsto per il primo luglio di quest’anno, sembra sia stato rimandato alla fine del prossimo anno. La prima domanda che si pone è se l’industria automobilistica e i consumatori si possono permettere il notevole aumento di costi che questo regolamento comporta anche se rimandato. Per poter soddisfare tutte le regole stabilite inizialmente dal regolamento Euro 7, i costi da sostenere in nuove tecnologie, materiali e progettazione sono notevoli. Anche a questo si riferivano John Elkann e Luca de Meo quando chiedevano dei livelli di regolamento differenti tra automobili piccole e medie e automobili per gli alti spendenti. Euro 7 estende il controllo delle emissioni dal motore endotermico anche alle particelle emesse in frenata e derivanti dal consumo degli pneumatici. Introduce poi un rispetto e controllo delle emissioni anche durante il ciclo di vita dell’auto e fino a 200.000 chilometri.
Come più restrittive sono le regole del processo di omologazione. L’automobile ma anche i veicoli pesanti con l’applicazione di questi regolamenti, se confermati saranno sempre più cari, così che se ne venderanno di meno e il parco veicoli circolante sarà sempre più vecchio. La domanda che viene spontanea è se ci possiamo permettere fra un anno e mezzo di introdurre il regolamento Euro 7 così come concepito. L’industria europea è in grande crisi, si vendono meno automobili ogni anno, si stanno chiudendo delle fabbriche con gravi riflessi economici e sociali. I tedeschi pensano di risolvere il problema convertendo le fabbriche auto che chiudono in fabbriche di materiale bellico. In effetti, senza soffermarsi sulla motivazione politica e storica di una tale scelta in se sbagliata, rimane irrisolto il tema della mobilità privata. La stragrande maggioranza di cittadini in mancanza di un’offerta di prodotti nuovi accessibili, non rinunciando alla libertà della mobilità privata, continueranno a guidare vetture usate e vecchie. Non credo che rimandare Euro 7 per un po’ di tempo sia risolutivo per i costruttori e i consumatori. La UE non si può permettere di legiferare da leader mondiale, perché non lo è, deve piuttosto fare al più presto una conversione strategica e pragmatica.
Massimo Ghenzer